San Francisco e dintorni by Rosaria Ottobre 2008

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San Francisco e dintorni by Rosaria Ottobre 2008

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25 Settembre - 4 Ottobre - San Francisco e dintorni by Rosaria

Partiamo dall’inizio, certo San Francisco mi affascinava da tempo, ma non era un viaggio in programma. E invece… per lavoro mio marito viene mandato per un corso fra Arizona e California.
E allora perché alla fine non lo raggiungo e continuiamo con una vacanza insieme?
Controllo le mie miglia Alitalia, ci dovrebbero essere, ma la nostra compagnia vola solo su Los Angeles. Fortuna però che in accordo con Air France da Parigi riesco a volare su San Francisco.
Poi cominciano i problemi con Alitalia, con la paura di non partire più perché la prima parte del volo fino a Parigi è proprio con loro.
Vabbè adesso è acqua passata… ma tenevo sempre in piedi una prenotazione con Meridiana fino a Parigi, non si sa mai.

Arriviamo al giorno della partenza 25 Settembre volo di pomeriggio per Roma e poi altro volo per Parigi. Ho prenotato un albergo vicino all’aeroporto con servizio di navetta gratuito, chiedo al banco informazioni dell’aeroporto Charles de Gaulle e dopo aver scoperto che avevo indicazioni sbagliate su dove si trovasse la navetta, riesco a prenderla e arrivo in hotel. Molto carino è il Campanile Roussy, camera piccolina ma confortevole con tutto il necessario per fare tè e caffè.
L’indomani sveglia presto, prendo di nuovo la navetta ritorno in aeroporto e finalmente sono sul volo per San Francisco. Volo tranquillo, nella stessa fila ci sono anche due ragazzi italiani con cui fare quattro chiacchiere, riesco a vedere anche due film in italiano, mangio un buon pranzo e naturalmente non riesco a dormire.

Ma eccoci che finalmente atteriamo a San Francisco, mio marito mi aspetta agli arrivi e di corsa a prendere la navetta che ci avrebbe portato in albergo in Fisherman Wharf, allo Sheraton.
Albergo in buona posizione, ci aspettavamo qualcosa in più da un quattro stelle, ma va bene, manca internet gratuito in camera, ma al bar ci si può collegare tranquillamente.
Nemmeno il tempo di disfare le valigie che siamo già in giro. Andiamo al Pier 39, il famoso molo, prima però uno sguardo da lontano al Golden Gate, contornato dalla nebbia. Poi a vedere i leoni marini che stanno in alcune piattaforme, litigando con gli altri per un posto migliore. Naturalmente è diventata un’attrazione turistica. Però complice la stanchezza delle ore di volo, il fuso orario e il freschetto pungente del vento, dopo una cena veloce a base di pizza, di corsa in albergo a riposare.
E’ un nuovo giorno, c’è il sole e sembra essere una bella giornata. Andiamo a vedere se riusciamo ad andare ad Alcatraz, dobbiamo aspettare solo una mezz’oretta per prendere la prossima barca. Ci aspetta una guardia per spiegare un pò la storia dell’isola e poi ci lascia liberi di girare. Cominciamo dal basso ma saliamo su subito al carcere vero e proprio, senza vedere il documentario proiettato. Pigliamo le audio guide che sono utilissime per capire come funzionava il carcere, dove si trovava il cortile, la biblioteca, le celle piccolissime, un spazio proprio angusto per poter anche scontare una pena. Il panorama dall’isola è meraviglioso, forse la loro pena più grande era essere chiusi là e vedere la vita di fronte a loro. Da lì si vedono bene, le famose salite e discese di San Francisco.
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Tornati a terra pranziamo e cominciamo ad esplorare veramente la città prendendo i biglietti per due giorni degli autobus turistici. Ed eccoci a Union Square e poi in giro a guardare in alto i grattacieli e a farmi un’idea della città con i suoi vari quartieri ben delimitati: cinese, vietnamita, italiano.
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Sfruttando ancora la bella giornata, prendiamo anche la gita in barca per il Golden Gate. Si fa su una barca di pescatori, tipici ragazzoni americani, molto simpatici ma anche molto gentili ad offrire coperte e giubbotti per ripararsi dal vento soprattutto al ritorno. Esperienza bellissima, ammirata ancora un volta dal mare la città e anche le spiagge della sua baia, dove c’è tanta gente che passeggia e fatte meravigliose foto al ponte. E’ stata una giornata piena e bella.

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Adesso manca un’altra attrazione di questa bella città, anzi due: Lombard Street andandoci con i fantastici cable car. Andiamo proprio al capolinea e compriamo i biglietti per 3 giorni che valgono anche per gli altri mezzi di trasporto. Naturalmente ammiriamo anche la procedura di cambio direzione dei cable car che avviene totalmente a mano. Dopo un pò di fila, eccoci saliti e pronti con la macchina fotografica a immortalare salite e discese. Si tratta di una bella emozione.

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Scendiamo a Lombard Street e cominciamo ad ammirarne i giardini curati, e le curve che devono fare le macchine per percorrere questo piccolo tratto di strada che l’ha resa famosa. Scendendo riconosciamo dalla parole anche due italiani e ci scambiamo il favore di ritrarci nelle foto. Vista da sotto è ancora più bella questa strada e attrae un sacco di gente.
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Continuiamo il nostro giro prendendo un’altra cable car che ci porta a Union Square e entriamo in qualche grande negozio.
Poi decidiamo di andare a mangiare italiano e ci aspettano un bel piatto di maccheroni alla bolognese con un’altrettanto buona ceasar’s salade. Poi facciamo una bella passeggiata a piedi fino all’imbarcadero, abbiamo preso pure il tram e siamo scesi vicino all’albergo, ci dovevamo riposare un pochino e invece siamo crollati dal sonno.
Oggi giornata dedicata al Golden Gate, qualche problema a pigliare l’autobus, il numero che doveva passare per Lombard Street non c’era, ma finalmente dopo un po’ di cammino ne troviamo un altro e arriviamo proprio all’inizio del famoso ponte, c’è un bellissimo punto panoramico da cui scattare tante foto. Cominciamo a percorrere il ponte, anche se soffro di vertigini e ho paura dell’altezza e delle macchine e dei rumori delle macchine sui tombini. Grazie a Davide a cui stritolo la mano, lo percorriamo tutto, è pesante ma ne vale la pena. Un buon chilometro e mezzo e siamo dall’altra parte, a vedere il nuovo panorama, siamo distrutti.

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Proviamo a capire se ci sono autobus che tornano in città, ma sembrano tutti turistici e con gruppi organizzati. C’è anche quello che abbiamo preso negli scorsi giorni, proviamo a salirci, non c’è l’autista, ma poi la guida conta i partecipanti e capisce che noi non c’eravamo, gli facciamo vedere i biglietti che avevamo e non fa una piega. E via con l’autobus sul ponte, e poi in giro per il Presidio, altro quartiere di San Francisco pieno di verde e poi siamo fra i quartieri vittoriani della città: ogni casa merita una foto, sono proprio carine.

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Dopo aver mangiato un buon hamburger nella catena In-N-Out migliore e più pulita di Mc Donalds, siamo sul cable car e a dalle parti di Union Square. Da lì pigliamo la metro e proviamo ad andare all’Embarcadero per prendere il traghetto per Sausalito, ma ne è appena partito uno e il prossimo è dopo un’ora e mezza, mannaggia.
Mancava un altro posto da vedere e allora cerchiamo di prendere il giusto autobus per il Golden Gate Park. Vorremmo vedere anche la mostra, ma chiude alle 17, quindi in giro per il parco ad ammirare gli alberi, gli scoiattoli e cercando il lago. Camminando un po’ lo troviamo, ci sono un sacco di anatre e cigni e tanta quiete.

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Ritorniamo aspettando l’autobus, e riuscendo anche ad indovinare la giusta fermata per prendere la cable car che ci porta vicino all’albergo. E’ il penultimo giorno e decidiamo di mangiare i famosi granchi che avevo visto al molo, vengono cucinati direttamente sulla strada e molti li mangiano proprio lì, ma dietro i banconi c’è anche il locale dove sedersi comodi e gustarli. Sono buoni, sanno un po’ di gamberi, ma decisamente più delicati.

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Ultimo giorno e ultimo giro sulla cable car per andare a prendere l’auto nell’autonoleggio Alamo a vicino a Union Square. Ci attende una lunga fila, ci danno una bella Dodge Avenger bianca, bella grande e pigliamo anche il navigatore. Ritorniamo in albergo per pigliare le valigie e fare il check out.

Ci attende un bel po’ di strada per andare al parco Yosemite, ma ne vale davvero la pena. Attraversiamo stavolta il Bay Bridge, poi tappa per mangiare e fare qualche altro acquisto in uno dei tanti centri commerciali.
Si passa da paesaggi desolati, immense praterie a casette carine e coltivazioni, fino a che cominciano le montagne e gli infiniti alberi, quando siamo vicini a Yosemite costeggiamo anche il fiume Merceded ed arriviamo anche al nostro albergo, il Cedar Lodge, in mezzo alla natura, proviamo anche la piscina dato che faceva abbastanza caldo, ma l’acqua è gelida. Un pò di fila per cenare dato che ci sono molti gruppi e poi a letto, domani ci aspetta il parco.

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Entriamo nel parco pagando 20 dollari ad auto per un biglietto che vale una settimana. E’ meraviglioso, tantissimi alberi e verde a non finire, il fiume che ci accompagna e tanta pace. Dalle mappe decidiamo di andare al Glacier point, ci vuole un pò per arrivare si sale abbastanza, facendo un po’ di tappe per ammirale le valli piene di alberi. Molto bello il panorama, si vedono alcune cascate e le vette delle montagne tra cui l’Half Dome. Inoltre si ammira tutta la vallata e si riesce a vedere il percorso del fiume e lo Yosemite Village, nostra prossima tappa.

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Si comincia a mostrare anche l’autunno con tutti i suoi colori caldi.

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Arriviamo al Village, posteggiamo la macchina e dopo aver fatto un giro per un negozio e comprato due panini, prendiamo la navetta comoda per i vari spostamenti all’interno del parco, e andiamo alle cascate alle Lower Yosemite Fall, ma purtroppo sono completamente asciutte. Dopo aver completato il giro con la navetta, vediamo un paio di cerbiatti che girano tranquillamente e i vari campeggi dove è possibile soggiornare, andiamo in direzione del nostro albergo. Usciamo dall’entrata sud e diciamo arrivederci al parco a domani.

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L’albergo è il Tenaya Lodge davvero molto bello, il più bello fra quelli visitati. Ci sistemiamo in camera e dopo una bella doccia, facciamo un giro, vediamo che ha una bella piscina interna, e poi andiamo a cena.

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L’indomani ci facciamo tentare da una bella nuotata mattutina in piscina e dopo aver fatto colazione (tutte le mattine ci preparavamo il caffè con i bollitori presenti in camera e poi abbiamo acquistato ciambelle e muffin per completare una buona colazione), rientriamo nel parco per andare a Mariposa Grove famoso per le sue sequoie giganti. Bellissima passeggiata attraverso il bosco, ammirando questi giganti, sotto l’attenzione dei ranger che provocano dei piccoli incendi per distruggere gli alberi malati e preservare le altre sequoie. Vediamo anche alcuni cerbiatti che pascolano tranquillamente.

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Poi ci dirigiamo a sud attraverso Fresno, facciamo tappa in un centro commerciale per completare gli acquisti, stavolta tocca alla valigia per mettere tutti i vestiti comprati. Ed eccoci arrivati a Cambria e poi a San Simeon in un altro albergo abbastanza carino l’Orchid Inn, dove scopriamo che abbiamo inclusa anche la colazione. Non c’è molto in questo paesino, qualche albergo e qualche ristorante. Decidiamo di provare il messicano, un pò piccante ma sopravviviamo lo stesso.
E’ mattina, prima tappa al mare, impetuoso e bellissimo, ma ci rimettiamo in marcia percorrendo la 1, verso nord. Il tempo è un po’ incerto e c’è un po’ di nebbia, prossima tappa i leoni marini. Ci sono tante macchine ci incamminiamo verso destra dove c’è la colonia di leoni marini, ma qualche esemplare si fa notare lungo il percorso con il suo verso caratteristico, sono più isolati dal gruppo e dormigliano.

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Da adesso è tutto un susseguirsi di paesaggi marini bellissimi, non riesco a descriverli a parole, parleranno le fotografie. Abbiamo incontrato persino un incendio e siamo rimasti fermi in macchina aspettando che i pompieri spegnessero le fiamme.

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Un posto degno di nota sicuramente è la spiaggia di Julia Pfeiffer, per entrare si pagano dieci dollari, ma noi decidiamo di non entrare e semplicemente dopo poco c’è un vista point da cui si può ammirare dall’alto. E’ una baia protetta dall’impetuosità del mare e c’è una bellissima cascata. Anche qua notiamo la gentilezza degli americani, un signore stava andando via, ma si ferma e ci chiede se vogliamo scattata una foto.

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Facciamo tappa a Big Sur, di nuovo qui i padroni sono gli alberi più del mare e dopo aver mangiato un buonissimo sandwich al formaggio accompagnato da una buona insalata, arriviamo a Carmel.
Bellissima cittadina, con ville molto, molto belle, affacciata sull’oceano, regnano la pace e la tranquillità. C’è tantissima gente che passeggia in spiaggia, molti con i propri cani. La sabbia è fine e bianca. Passeggiamo anche noi sul bagnasciuga e poi stiamo ad ammirare il mare da una panchina.

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Ci dirigiamo verso il nostro ultimo hotel a Monterey, il Sand Dollar Inn, semplice ma carino e poi di nuovo in giro al centro commerciale. Infine per concludere la serata mangiamo in un ristorante italiano che avevamo visto passando la Giostra. Conto un po’ salato, ma abbiamo mangiato benissimo.
Nella notte piove un pò, ce ne accorgiamo soltando la mattina dopo, andiamo a fare colazione e poi verso l’aeroporto attraversando prima campi coltivati a carciofi e poi altri boschi di magnifici alberi.
Consegnamo la macchina al noleggio Alamo, salutiamo la nostra Dodge Avenger, compagna in questo bel tour, prendiamo il trenino che dagli autonoleggi porta fino all’aeroporto.
E poi un po’ tristi a fare il check per i nostri due voli che ci riporteranno in Italia.
E’ stata una bellissima esperienza, abbiamo prenotato tutti gli alberghi tramite expedia, che ha un ottima scelta per quanto riguarda gli Stati Uniti.

Per finire in bellezza un piccolo omaggio a due animali che ci hanno accompagnato nel nostro giro:

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