Mi scuso se riprendo il discorso, ma ieri ero rientrato a casa solo da qualche minuto di ritorno da Moofushi ed ho scritto d’impeto (sono molto sensibile su questo argomento) fra i richiami di Cristina ( mia moglie) dalla cucina perché gli spaghetti al pesto erano pronti e che li aveva fatti per me perché lei sarebbe andata anche subito a letto e che io non mi lamentassi se poi si raffreddavano…
Ora mi piacerebbe avanzare sul tema in modo più costruttivo.
I genitori hanno un ruolo preminente nell’educazione dei figli alla disciplina, al rispetto verso il prossimo e, più in generale, alle principali regole che determinano la convivenza con gli altri: è stato verificato che il bambino apprende questi principi e forma le basi del proprio carattere soprattutto durante l’età prescolare.
Nel corso degli anni successivi la frequentazione dei coetanei determina la maturazione del proprio carattere che può procedere nella direzione già impostata, rinforzandola, o deviarla verso valori (o disvalori) differenti: in questo secondo caso, però, il recupero, se tempestivo, è spesso possibile.
Nel caso della subacquea il ruolo dei genitori è svolto dagli Istruttori e l’impostazione da loro data, fin corso di primo livello, sul rispetto e l’amore verso il mondo marino è fondamentale.
Successivamente, la frequentazione con gli altri subacquei può accrescere questa consapevolezza, ma può anche ridurla, talvolta annullarla.
E’ qui che i Diving, a mio avviso, possono giocare un ruolo importante ad esempio con richiami chiari di comportamento durante il briefing (come già normalmente fanno nel ricordare i principali segnali dei 50 e 100 bar), con un attento monitoraggio durante l’immersione e con un debriefing in cui, oltre a riassumere e ricordare dove si è andati e cosa si è visto, si sottolineino gli eventuali comportamenti poco virtuosi di taluni (anche simpaticamente sanzionandoli con l’obbligo di offrire alla sera una bottiglia di buon vino … con grande gioia di tutti gli altri!): quante volte non ci siamo accorti che avvicinandoci troppo alla parete abbiamo “pinneggiato” od anche “bombolato” un corallo…
Vi sono alcuni Diving, ad esempio, le cui guide sono dotate di una bacchetta con la quale indicano quanto di interessante vi è da vedere evitando così di insistere ad abbagliare con la luce della torcia la fauna che ne fosse sensibile...
In altri Centri ho visto vietare i guanti (se la corrente non ne consigliava l’uso) e chiedere, a chi amasse fotografare, di porsi in coda al gruppo e di studiare con tutta calma la posa per farne un solo scatto evitando, così, le purtroppo consuete “scariche” di flash che disturbano i soggetti e li fanno rintanare (con grande “gioia” degli altri compagni di immersione !).
Tutti questi comportamenti portano ad incoraggiare una sensibilità ed un rispetto verso il mondo che ci ospita senza nulla togliere al pathos che ricerchiamo quando, sgonfiando il gav, scendiamo verso il fondo.
Perché allora, otre a parlarne giustamente fra noi, non lo facciamo presente, con il doveroso rispetto verso il ruolo che egli rappresenta e quando raggiungessimo l’opportuna confidenza, anche all’istruttore che si appresta ad accompagnarci sott’acqua?
Alvise
P.S. Gli spaghetti erano eccellenti, solo un po’ tiepidi …