Cara Pamela, non credo che un'azienda fallisca per una settimana di ferie in piú e se ciò avvenisse si tratterebbe solo di anticipare un evento certo;
inoltre se un dipendente se ne va in ferie, probabilmente non sta "piantando in asso" l'azienda; magari lo sta facendo per essere piú efficiente al ritorno: sei proprio convinta che una persona che ha lavorato 6 mesi di seguito, con impegno e serietà sia ancora efficiente come il mercato del lavoro oggi richiede?
E poi, scusa, mi spieghi come fanno all'estero? In Finlandia, un Paese non propriamente "inefficiente", ma pure con un elevato tasso di assenteismo, nessuno si fa meno di tre settimane di ferie in estate; molti, come il sottoscritto, addirittura 4 o 5. Eppure a nessuno verrebbe in mente di criticare il dipendente perché si parte dal presupposto che abbia già pianificato il lavoro in modo da non creare problemi. In Germania è lo stesso.
In Italia (e in Spagna, dove infatti queste pratiche vessatorie sono altrettanto diffuse) l'efficienza è una chimera; lo testimonia il fatto che molti si vantano di
lavorare 10-12 al giorno, ma poi, gratta gratta, scopri che
si è stati in ufficio 10-12 ore. Quindi se un dipendente è inefficiente, è giustissimo contestargli le ferie; meno corretto e addirittura dannoso è applicare queste becere pratiche a chi invece fa il proprio dovere portando tutto l'anno all'azienda benefici superiori alla media. Per chiudere il discorso della Finlandia, se per un paio di mesi di seguito verificano che sei stata in ufficio piú delle tue 7-8 ore, ti mandano dallo psicologo perché o hai problemi in famiglia (preferisci il lavoro ai tuoi cari), e quindi necessiti di sostegno professionale, o sei inefficiente (e allora ti mandano a fare del training per migliorare l'efficienza).
Delle due l'una: o i dipendenti italiani sono mediamente dei
fannulloni e quindi si meritano questo trattamento (visto che in Italia si ritiene che la demotivazione non sia causata da un mercato del lavoro vergognoso, bensí da una condizione delinquenziale volontaria), oppure si tratta di
schiavi volontari, di quelli che fanno piú tiranni di quanto i tiranni facciano schiavi.
In entrambi i casi, si tratta di un comportamento da biasimare.