Veramente interessante il tuo grafico Ghèven.
Sono rimasto colpito dalla curva ciclica gialla....chissà, se avendo a disposizione dati magari annuali, i valori di massima e minima coincidono abbastanza in corrispondenza dei vari giorni mensili dell'anno.
A tal proposito credo che sarebbe interessante avere dati metereologici storici locali sul tempo....per esempio collegandosi con un ufficio meteo a Malè ??
Saranno reperibili in rete ??
Non sò se sarò di aiuto ma ti metto un link:
http://www.meteoplanet.com
ed uno studio storico sui parametri che tu stai studiando:
Maree atmosferiche
Influenza della Luna sull'atmosfera terrestre
Partendo dal fenomeno delle maree i Fisici, verso la metà del secolo XVIII, si diedero allo studio del problema dell'influenza lunare sull'oceano aereo; stando all'opinione, come asserisce il Montanari (4), che "la Luna non moverebbe i mari se prima non movesse l'aria che v'è di mezzo". Uomini illustri, quali il D'Alembert (5), il Clairaut (6) ed il Bernoulli ammisero tutti l'esistenza di una marea atmosferica. Laplace, fondatore della "Meccanica celeste", diede una formula che permette di calcolare le maree atmosferiche causate dalla Luna. Osservazioni eseguite a Parigi, per la durata di 8 anni, mostrarono che tale influenza non faceva oscillare il barometro che di un diciottesimo appena di millimetro. Analoghi lavori fatti pure a Parigi da Bouvard (7) e da Arago, ed a Bologna da Casoni, su osservazioni eseguite fra il 1814 ed il 1858, confermarono i risultati di Laplace. D'altronde il Flaugergues, in base ad una serie di osservazioni (comprendenti 20 anni), eseguite a Viviers, trovò una corrispondenza fra le altezze barometriche e le fasi lunari, confermata dai lavori di Eisenlohr, su osservazioni fatte a Carlsruhe, e di Bouvard eseguite a Parigi.
Il primo trovò che l'altezza del barometro raggiungeva un valore minimo fra il dodicesimo ed il tredicesimo giorno dal novilunio, ed un valore massimo nel ventitreesimo. Il secondo ottenne un minimo per il giorno 13, ed un massimo per il 22. Tali risultati non vennero però confermati dalle numerose osservazioni del Liagre, il quale trovò che l'influenza lunare varia da luogo a luogo, avendosi per es., in corrispondenza di una data fase della Luna, un massimo di altezza barometrica a Parigi contro un minimo a Bruxelles. I risultati spesso discordi, ottenuti da diversi calcolatori e in differenti luoghi, rendono sempre più dubbia l'influenza della Luna sull'atmosfera terrestre; tanto più che le altezze barometriche sono soggette il più delle volte a brusche variazioni, onde non è possibile trovare una legge la quale leghi le altezze barometriche alla rivoluzione sinodica della Luna.
Influenza della Luna sul vento
Ugual dubbio sorge nel considerare l'influenza lunare sulla direzione dei venti : Bouvard e Schubler affermano, in base alle loro osservazioni, che durante l'ultimo quarto prevalgono venti provenienti da tramontana e da levante, mentre dal novilunio al primo quarto soffiano venti di mezzogiorno e di ponente. Il Toaldo (8) paragonando le maree atmosferiche con quelle oceaniche asserisce che come il sorgere ed il tramonto della Luna ed il suo passaggio al meridiano superiore ed a quello inferiore muovono le acque, non possono non muovere l'atmosfera nella stessa guisa : "difatti, chi non ha sentito da quelli, che praticano il mare specialmente, che al nascer della Luna si leva, o incalza, o cessa un vento, o incomincia la pioggia, o si diradano le nubi. Notissime sono queste cose in Venezia : il voltar dell'acqua, come lo chiamano, porta sempre vento". Il Krafft (Comment. Petrop. T. XI) (9) basandosi su osservazioni eseguite costantemente al sorgere della Luna, afferma che in questo tempo il cielo, offuscato durante la giornata da nubi o caligine, si rendeva sereno. L'anonimo autore di una nota (inserita nel I vol. delle "Tavole dell'Hallejo", Parigi, 1764) (10) attesta di aver osservato per circa 20 anni che, al passaggio della Luna al meridiano, il vento di levante o aumenta sensibilmente in quel punto e dissipa le nuvole oppure, incontrando il vento inferiore di ponente, produce pioggia.
Proprio in questi punti (novilunio e plenilunio) il popolo, ossequiente agli aforismi meteorologici, aspetta mutazioni del tempo, riferendosi al fatto che proprio alle sigizie si ha il massimo delle maree. Inoltre il popolo anche all'epoca dei quarti di Luna (quadrature) si aspetta variazioni meteorologiche. Stando a quanto dice l'autore della sopra citata Nota, il vento che soffia durante le sigizie dell'equinozio primaverile se spira da levante, oppure da levante verso tramontana e lascia buon tempo, i mesi primaverili di aprile, maggio e giugno saranno asciutti. Al contrario se il vento spira da ponente verso mezzogiorno, forte e costante, si accumulerà una grande quantità di vapori, e si avrà una stagione piovosa fino all'estate. Lo stesso vale per l'equinozio di autunno : se questa stagione sarà piovosa e nessuna violenta perturbazione dalle regioni fredde sopravviene a mutare le condizioni meteorologiche, si potrà dire, col proverbio popolare, che "alla Luna di settembre sette altre lune s'inchinano".
Influenza della Luna sulla pioggia e sui temporali
Anche sulla pioggia, sui temporali e sulla serenità del cielo si vuole attribuire alla Luna una certa influenza. Tra gli aforismi più in voga, attinenti alla previsione del tempo, citiamo il seguente: " La Luna mangia le nubi ", cioè il plenilunio scaccia le nubi, e l'altro, latino, " quarta quintae qualis, tota luna talis ", che significa: quale sarà il cielo durante la quarta ora del quinto giorno della Luna (cento ore dopo il novilunio) tale si manterrà per tutta la lunazione. Siffatti aforismi quantunque godessero ampiamente il favore degli e dei naviganti in genere, non possono essere dalla scienza né accettati, né rigettati se non vengono opportunamente confermati o meno da un'accurata elaborazione d'una quantità grandissima di osservazioni fatte in differenti paesi. Il dubbio sulla fondatezza di questi proverbi sorge dalla stridente contraddizione dei risultati ottenuti da varii osservatori; tuttavia anche ammettendo una certa influenza lunare, questa non può attribuirsi né alla luce, né al calore, né all'attrazione della Luna sull'atmosfera terrestre, già dimostrata trascurabile. Contro l'attendibilità del primo aforisma stanno le osservazioni del Mouchez, del Johnson (11), e quelle del Massei eseguite a Pistoia, le quali dimostrano che nessuna influenza hanno le fasi lunari sulla pioggia (12); invece quelle eseguite in Pensilvania dal Meviman ed a Filadelfia dal Hazen "confermano l'opinione generale che attribuisce alla Luna Piena il potere di dissipare le nubi (13). Il nostro Schiaparelli, in base ad una serie di osservazioni fatte dal Serafini a Vigevano dal 1827 al 1864, trovò che il minimo della piovosità si verifica verso il 4° giorno della Luna, un minimo secondario nel 14°; un massimo principale intorno al 24° giorno ed un massimo secondario verso il 10°. Risultati opposti trovarono Schubler nella Svevia, Einsenlohr a Carlsruhe e Bouvard a Parigi; con valori concordi per un unico massimo di piovosità un poco prima del plenilunio, ed un unico minimo verso la fine dell'ultimo quarto. Mathieu De La Drome, basandosi su di un principio ottenuto da osservazioni eseguite per vari anni a Ginevra, ed iniziate nel 1796, asseriva che nei quattro ultimi mesi dell'anno quando il novilunio comincia fra le 8 e le 9 e mezza (antimeridiane) si ha una quantità di pioggia maggiore che non quando si verifica alcune ore prima o dopo del dato tempo. Il primo dava 31 millimetri d'acqua, il secondo 17. Ma Leverrier (14) dimostrò che questa differenza era puramente casuale, giacché era dovuta ad una pioggia torrenziale caduta verso le 9 del mattino nell'anno 1840.
Per quanto riguarda i temporali, il Toaldo (Op. cit. pag. 160) catalogando un numero notevole di "varie insigni procelle" è del parere che un turbamento nell'oceano e nell'atmosfera venga prodotto dalla Luna, particolarmente durante le sigizie, e nelle posizioni apogee e perigee (tanto più se questi fenomeni coincidono fra loro). Il fenomeno si renderebbe più manifesto intorno agli equinozi ed ai solstizi, epoche in cui, come si è visto, si hanno le massime altezze annue delle maree. Sempre discutendo le osservazioni di Vigevano, lo Schiaparelli trovò che il numero dei temporali è più frequente nella luna calante che in quella crescente; il massimo cade verso il 24° giorno ed il minimo intorno al 5° giorno della lunazione; con un rapporto di 2 a 3 fra la frequenza minima e la massima. Però egli asserisce che non bisogna fermarsi a questo punto, e solo una lunga serie di osservazioni potrebbero confermare tale rapporto.
per quel che riguarda la serenità del cielo le osservazioni di Schubler ad Augusta e quelle di Schiaparelli a Vigevano danno risultati opposti tra loro : difatti il primo trova che i giorni sereni sono più frequenti verso l'ultimo quarto, e quelli coperti, invece, verso il primo. Al contrario il secondo trova un massimo di serenità ed un minimo di nuvolo verso il primo quarto; intorno all'ultimo quarto un massimo di nuvolo ed un minimo di serenità. Altre indagini sull'influenza della Luna sui fenomeni meteorologici vennero eseguite anche in seguito e ultimamente nel 1916 vi furono quelle di Ronch. Ma neanche questi riuscirono a trovare nulla di concreto; e se taluni, come il Pilgrom ed il Lamprecht credettero trovare una certa influenza, questa è dovuta più al metodo seguito, non sempre scevro di incertezze, che alla realtà della cosa (15). Per concludere, anche ammettendo che le medie di tutte le osservazioni sul tempo fossero esatte, l'agricoltura non potrà mai giovarsi di esse, poiché trattandosi di valori medi, nulla di positivo e di preciso si potrà dire sulle condizioni meteorologiche di un determinato giorno della lunazione. Infatti se alla richiesta di un contadino rispondiamo (dice il Marchesi) che nel quinto giorno della Luna si ha un sesto di probabilità di sereno, quattro venticinquesimi meno di probabilità per la pioggia, ed un terzo meno di probabilità di temporali, il contadino non avendo ricevuto una risposta soddisfacente rimarrà sempre più avvinto alle convinzioni largamente diffuse nella sua classe.
Salutoni.