

Dopo il pranzo, cominciano i tuffi e i divertimenti;


1) il capitano che, fra l'altro, Chiara del diving di Moofushi conosce benissimo da sette anni;

2) un uomo corpulento e brizzolato che si avvicina vociando in inglese e scattando foto del nostro dooni, dell'equipaggio e degli ospiti;

3) un ragazzo con una maglietta con la scritta "POLICE" in evidenza.

Il tizio del punto 2), dopo averci rapidamente edotto della sua qualifica di General "Mànager" (pronunciato esattamente come si scrive



Christian del diving gli risponde cercando di minimizzare e mantenendo la calma, ma poco dopo interviene un signore svizzero gli fa notare che, indipendentemente dal fatto che avesse ragione o meno a proposito del nostro diritto di accedere alla laguna, i modi adottati avrebbero potuto essere più educati.




Faccio presente che alle Maldive la legge non impedisce di recarsi nella laguna di un'isola e nessuna autorizzazione è richiesta.


Insomma, abbiamo dovuto assistere a una manifestazione di arroganza tipica di chi, dotato di un minimo di potere, non esita a esibirlo, travalicando i limiti imposti dalle circostanze e, specialmente, quelli della buona educazione.

Il particolare notevole, e che conferma lo stile "lei non sa chi sono io", è stata poi la presenza di quel ragazzo con la maglia "POLICE".


Morale della favola, ci è stata propinata un'efficace lezione di "marketing inverso". La ventina di ospiti presenti a bordo si sono trasformati rapidamente da potenziali clienti di Maayafushi in persone consapevoli di un'isola in piú da evitare.

Complimenti!
