TORINO: Museo Egizio
by Claudia&Dario - Dicembre 2007
Giovedì 27 dicembre abbiamo preso il treno e siamo andati a Torino per una visita in giornata al Museo Egizio.
Sapevamo che era uno dei migliori, secondo forse solo a quello del Cairo. Avendo visto al British Museum la sezione egizia avevamo delle aspettative molto alte e, ammettiamolo, anche un po' paura di restare delusi.
Invece è molto bello, vale veramente il viaggio e ci è spiaciuto non avere più tempo per osservare meglio i mille dettagli.
Ve lo consigliamo è adatto sia agli adulti sia ai ragazzi. C'era qualche bambino piccolo, ma visibilmente annoiato, i genitori passavano il loro tempo a dire 'NON TOCCARE!!!' e sinceramente la voglia di toccare è venuta spesso anche a noi!
All'uscita avevamo ancora un po' di tempo, ci siamo guardati in faccia e siamo corsi dentro un'altra volta a rivedere la sala delle statue!
Secondo noi la più bella, molto buia con faretti sul soffitto tipo cielo stellato e solo le statue illuminate direttamente. Di grande effetto!!!
Qualche foto sarà un po' mossa, ma è vietato usare il flash e NOI abbiamo ubbidito
Claudia&Dario&Anna&Chiara
Museo Egizio di Torino
Museo Egizio
V. Accademia delle Scienze, 6
10123 Torino
tel. 011 561 7776 - fax 011 562 3157
Informazioni su biglietteria e visite
info@museitorino.it
Informazioni sul Museo e le collezioni
info@museoegizio.it
Orari
Orario invernale: da martedì a domenica dalle 8:30 alle 19:30 (ultimo ingresso alle 18:30).
Dal 1/1 al 8/6 e dal 8/9 al 31/12
Orario estivo: da martedì a domenica dalle 09:30 alle 20:30 (ultimo ingresso alle 19:30).
Dal 9/6 al 7/9.
Storia del Museo Egizio
E' una tra le più importanti raccolte al mondo dopo quella del Cairo. Fondato nel 1824 da Carlo Felice con l'acquisizione della raccolta del console di Francia in Egitto, il piemontese Bernardino Drovetti, e successivamente arricchito dagli scavi di Ernesto Schiaparelli, il museo consta di circa 30.000 pezzi e documenta la storia e la civiltà dell'Egitto, dal paleolitico all'epoca copta, con pezzi unici e raccolte organiche di oggetti d'arte e d'uso quotidiano e funerario (tra cui la Mensa Isiaca, la tela dipinta di Gebelein, la tomba intatta di Kha e Merit, l'eccezionale tempio rupestre di Ellesjia, i rilievi di Zoser).
Percorso di visita
Le informazioni presentate qui si trovano in un pieghevole a colori in italiano, inglese e spagnolo distribuito gratuitamente all'interno del Museo.
La visita può cominciare dal Piano Terra (percorso cronologico) o dal Primo Piano (percorso tematico).
1 - La storia e le fonti
Si può cominciare la visita al piano terra in due stanze dedicate all’Epoca Predinastica (IV millennio a.C.) e all’Antico Regno (III millennio a.C.), epoca in cui fu costituito lo Stato egizio, furono costruite le piramidi e si diffuse la scrittura. Una piccola stanza sulla sinistra è dedicata alla decifrazione dei geroglifici (effettuata da Jean François Champollion nel 1822) e ai nomi dei faraoni egizi che sono elencati sul Papiro Regio, un documento in cui è riportata una lista di faraoni, dalle origini della storia egizia fino all’inizio Nuovo Regno.
Nella stanza accanto sono a disposizione alcuni PC connessi al progetto della Fondazione IBM Eternal Egypt.
2 - I siti provinciali.
Lungo il Nilo erano dislocati siti periferici che agivano da centri amministrativi; tre di questi (Gebelein, Asiut e Qau el-Kebir) furono portati alla luce da campagne di scavo effettuate dal 1900 al 1940 dal direttore del Museo, Ernesto Schiaparelli e dal suo collaboratore Giulio Farina e testimoniano l’epoca dal Primo Periodo Intermedio al Medio Regno (2190-1646 a.C.)
3 - Il tempio di Ellesija.
Fu consacrato dal re Tuthmosi III nel 1454 a.C. nell’area nubiana compresa tra la prima e la seconda cataratta, zona che costituiva un’area di transito per le spedizioni commerciali di beni di lusso. Il tempio di Ellesija, come molti altri monumenti, era destinato ad essere sommerso dalle acque del lago artificiale Nasser dopo la costruzione della diga di Assuan. La Repubblica Araba d’Egitto donò questo tempio all’Italia come ringraziamento per il ruolo avuto nella campagna dell’UNESCO promossa per salvare i templi della Nubia.
4 - Lo Statuario.
Vi sono esposte sfingi, sarcofagi (destinati a conservare i corpi dei defunti), tavole d’offerta (con offerte di cibo scolpite), elementi architettonici, ma soprattutto statue monumentali, che mostrano alcuni dei più importanti e famosi faraoni e divinità. Sono presenti infatti i re Thutmosi III, Amenofi II, Tutankhamon, Horemheb, Ramesse II, Sethi II, insieme a sculture di principi e funzionari del re; gli dei Ptah, Amon, Hathor e Sekhmet (della quale si contano 21 statue).
Queste statue sono storicamente ospitate nelle due sale del piano terra che, dal mese di febbraio 2006, si presentano in un nuovo allestimento denominato Riflessi di pietra, realizzato dal famoso scenografo Dante Ferretti, vincitore del premio Oscar 2005 per la scenografia del film The Aviator di Martin Scorsese.
5 - Le formule funerarie per il defunto.
Le tombe costituivano la dimora eterna per i morti. Il rito di offrire al defunto cibo e bevande per l’aldilà, è illustrato principalmente dalle stele. Sono anche esposte statue del defunto che erano collocate all’interno delle tombe e dei templi, le cui iscrizioni riportano suppliche e preghiere alle divinità oppure testi autobiografici.
6 - I corredi funerari.
La conservazione dei corpi era essenziale per la vita eterna. Dopo la mummificazione, i corpi erano deposti in sarcofagi. I più antichi sono di forma rettangolare, in un secondo tempo sono antropomorfi (a forma umana). Il percorso del defunto nell’aldilà era accompagnato dalla recitazione di formule funerarie scritte su sarcofagi o su papiri.
Tra i corredi delle tombe si trovano statuette funerarie, chiamate Ushabti, che sostituivano il defunto quando era chiamato ad eseguire i lavori nei campi di Osiride.
7 - Tomba di Kha e altre.
In questa sala sono esposti due eccezionali corredi tombali rinvenuti intatti da Ernesto Schiaparelli durante le sue campagne di scavo a Gebelein e Deir el-Medina. Inoltre si può osservare una cappella funeraria di Deir el-Medina le cui pitture furono trasferite al Museo per salvarle dal deterioramento a cui sarebbero certamente andate incontro.
Tomba di ignoti. È un interessante corredo funerario che risale alla V dinastia dell’Antico Regno, l’epoca delle Piramidi.
Cappella di Maia e della moglie Tamit. Le pitture della cappella furono asportate nel 1905 durante gli scavi di Ernesto Schiaparelli a Deir el-Medina ed esposte in Museo, insieme alla stele già pervenuta con la collezione Drovetti nel 1824.
Tomba di Kha e Merit. Il ricco e intatto corredo tombale di Kha e di sua moglie Merit contribuisce in misura rilevante alla fama del Museo: la quantità e la qualità degli oggetti è tale da poter costituire, da sola, un intero museo..
8 - Deir el-Medina.
Nome del villaggio degli artigiani che, nel Nuovo Regno, erano impegnati nella costruzione delle tombe della Valle dei Re e della Valle delle Regine. La regina Ahmose Nefertari, moglie del fondatore del Nuovo Regno, il re Ahmose, fu venerata per secoli specialmente dagli artigiani di Deir el-Medina. Questa regina non deve essere confusa con Nefertari, moglie di Ramesse II, dalla cui tomba, saccheggiata in tempi remoti, provengono alcuni dei reperti qui esposti.
9 - La tessitura.
Sono esposti teli provenienti dalle tombe regali della XVIII dinastia, strumenti per la tessitura, tra cui fusi e pettini lignei, e inoltre accessori d’abbigliamento tra cui sandali.
10 - La scrittura.
In questa sala sono esposti numerosi testi in geroglifico, ieratico, demotico greco e copto, insieme ad una serie di frammenti di vaso o di arenaria (detti ostraca) che gli scribi ed i pittori utilizzavano per appunti o esercizi di scrittura o disegno.
11 - La vita quotidiana.
La sala si apre con le pitture provenienti dalla tomba di Iti, cancelliere e comandante del re, che fu sepolto a Gebelein. Le scene illustrano la consegna delle offerte funerarie, il sacrificio di un animale (che garantisce, magicamente, vettovaglie a Iti) e altre attività quotidiane: un uomo che riempie i granai, l’allevamento del bestiame, la vendemmia, la panificazione e la produzione della birra.
12 - L’epoca tarda e l’epoca tolemaica.
La conquista dell’Egitto da parte di Alessandro il Grande (332 a.C.) diede inizio ad una dominazione di sovrani di lingua greca, chiamata Tolemaica dal fondatore Tolomeo I, generale di Alessandro. Questa monarchia durò fino alla sconfitta di Cleopatra ad Azio, nel 31 a.C. La lingua ufficiale della dinastia era il greco ma i nuovi sovrani continuarono a seguire la tradizione egizia facendosi ritrarre come faraoni. In ambito religioso, l’incontro delle due culture - Greca ed Egizia - determinò la fusione di divinità Greche ed Egizie.
13 - Gli dei e la magia.
Statue e amuleti delle diverse divinità egizie, tra cui il dio della necropoli e dell’imbalsamazione Anubi, a testa di cane; Iside, Osiride e il figlio Horus; Bastet, la dea gatta. Mummie di pesci, gatti, coccodrilli, babbuini, testimonianze dei culti che si diffusero in epoca tarda. Statue guaritrici, bastoni magici e stele protettive usate nelle pratiche magiche.
14 - L’epoca Romana e Copta.
Dopo la battaglia di Azio nel 30 a.C. l’Egitto sconfitto diventa una provincia dell’Impero Romano conservando però le consuetudini di vita dell’epoca faraonica, compresi gli usi funerari.
Con la diffusione del Cristianesimo ci furono grandi cambiamenti anche in Egitto: l’antica civiltà pagana diventò cristiana. La liturgia utilizzava la lingua copta (scritta con alfabeto greco integrato con alcuni segni derivati dalla grafia demotica) e ci furono anche innovazioni in campo artistico, nei modi di rappresentazione della pittura e della scultura.
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