Una interessante mostra fotografica cerca di rappresentare, con facce, paesaggi e monumenti, fuori dai luoghi comuni,la complessità della Sicilia.
CI SONO LE FACCE rapite che si avvicinano alle foto quasi per mangiarsele con gli occhi. E naturalmente ci sono i video e soprattutto le foto che rapiscono lo sgurado con allusioni e rimandi alla complessità della Sicilia. Il tutto nei 500 metri quadri della Galleria del Credito Siciliano che accolgono la mostra “Dopo la Sicilia”. La Sicilia, negli scatti e nei video di una trentina di artisti rigorosamente non siciliani, è in movimento quotidiano, fa ormai parte del mondo pur mantenendo sue peculiarità barocche.
Quando dalle foto emergono volti o persone, la presenza di immigrati da ogni dove bilancia quella degli indigeni, sprovvisti comunque di coppole, lupare, abiti a lutto. Se protagonista è, invece, il paesaggio urbano, l’accento va sulla sua stratificazione, come in quello scorcio di Siracusa di Gabriele Basilico in cui convivono scavi archeologici, case basse, palazzoni e un’enorme chiesa avveniristica. Negli altri paesaggi il tradizionale scontro siciliano tra natura e cultura, da mitico si fa minimale, come le piante selvatiche fotografate in primo piano con i templi di Selinunte a far solo da sfondo.
Quanto alle nature morte quelle proposte in "Dopo la Sicilia" sembrano spazi interiori, come le rocce del romano Marco Anelli, le solitudini di spogliatoi vuoti ritratte dall’anconetano Claudio Gobbi, lo sradicamento tanto di una lama di luce quanto di pazienti psichiatrici documentato dal milanese Silvio Wolf, lo sbiadirsi del tempo attorno allo stesso albero impressionato dal giapponese Masuyama.
APPUNTAMENTO: "Dopo la Sicilia"
QUANDO: Fino al 28 febbraio
INFORMAZIONI: Galleria del Credito Siciliano, tel. 095-600208
http://www.consultasicilia.com/eventi/eventi.htm
